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Come perdo il mio tempo su Instagram

By 4 Giugno 2019Settembre 5th, 2019No Comments

Volendo in questa breve introduzione spiegare in poche parole cosa sia (per me) Instagram direi, senza pensarci troppo, si tratti essenzialmente di quella dimensione spazio-temporale in cui lo spazio lo inventi e il tempo lo perdi.

Il punto è proprio questo: Instagram è un’apostrofo rosa tra le parole perdo e tempo. Qualunque cosa tu stia facendo, qualunque sia il luogo, qualunque siano il contesto o la compagnia, la necessità di una scrollatina al feed di Instagram arriva naturale come quella voglia di dolcino dopo cena.

Ed è quello che continua poi a succedere a ritmo regolare nel corso della giornata, scandita non più dai momenti che ne fanno parte, ma dall’attesa che intercorre tra una scrollatina e l’altra.

Aspetti un pullman che non arriva? Instagram. Ascolti una persona che proprio non vorresti ascoltare? Instagram. Guardi un film che proprio non vorresti guardare? Instagram. Mangi un panino a volo e poi non ci vedi più dalla fame e quindi ti mangi pure una Fiesta? Nel frattempo, Instagram. Cosa starà facendo ora Chiara Ferragni? Instagram.

Instagram, con discrezione e subdola invasione, ha preso presto il posto delle classiche attività-da-perdo-tempo (leggere le etichette dei saponi, colorarsi le unghie con gli evidenziatori, seguire con lo sguardo farfalle inesistenti etc.), offrendoci in cambio una tazza di tè Fitvia e un biscottino di semi Foodspring.

Bisognerà, prima o poi, ammettere quanto tutto stia cambiando.

Instagram si prende il nostro tempo, ma anche i nostri spazi: un bel panorama non è più un semplice bel panorama, ma un instagrammabile sfondo da accompagnamento per aforismi di Paulo Coelho; una cucina non è più un semplice angolo domestico in cui consumare pasti, ma una instagrammabile scenografia per foto di vita tratte dal quotidiano; un divano non è più un semplice giaciglio per il riposo, ma un instagrammabile appoggio per pose da seduta; un gatto non è più un semplice gatto, ma un instagrammabile gatto.

Bisognerà, prima o poi, ammettere quanto questo fenomeno tanto preponderante sia diventato nocivo per la nostra salute, ribaltando questa dipendenza e trasformandola in creatività utile alla nostra personale realizzazione.

Bisognerà, prima o poi, rimettere al primo posto la qualità vita, vivendo i momenti con spensieratezza e condividendoli con le persone che più amiamo.

Nel frattempo però vi chiedo, e per favore siate sinceri: secondo voi, è meglio il filtro Amaro o Valencia?

 

Articolo scritto da Gingery per Pink Magazine Italia

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