Il mondo è sempre più tecnologico, sempre più live, sempre più condiviso… ma per la GENERAZIONE MSN ci sono cose che non si possono dimenticare.
MSN è ormai un ricordo lontano, ma restano indelebili i momenti trascorsi sulla chat degli omini verdi e azzurri. Insomma, il primo Messenger non si scorda mai!
COSE CHE NON SI POSSONO DIMENTICARE:
- Il contatto MSN. Di solito ispirato ad un nomignolo, alla propria personalità o ad una caratteristica estetica. Diavoletta90@hotmail.it; monellina92@hotmail.it; solecuoreamore@hotmail.it; kekkinainaina93@hotmail.it. Il mio era: ienaridens92@hotmail.it, per la mia risata raffinata, discreta e soprattutto silenziosa.
- Il Nickname. Con i suoi caratteri speciali: »-(¯`v´¯)-»(¯`·._[°°°Gingery°°°]_.·´¯)»-(¯`v´¯)-»
(vi ricordo con orgoglio del sito più clikkato dalla generazione MSN: il Crea Nickname) destava stupore e meraviglia e, al contempo, mostrava pavoneria e orgoglio. La gara della creazione nickname si basava su un semplice principio di affermazione di superiorità creativa e pacchiana. - Il Messaggio Personale con i testi di Tiziano ferro: – Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare e credere di stare bene quando è inverno e te… togli le tue mani calde…
I messaggi personali avevano uno scopo preciso, una missione: erano ricercati e studiati attentamente per lanciare un messaggio a qualcuno. Ed il compito di quel qualcuno era quello di coglierlo e rispondere a sua volta attraverso il proprio messaggio personale: – Non mi abbracci e mi ripeti che son grande, mi ricordi che rivivo in tante cose… nananana - Gli Stati. In linea/non in linea/non al computer/occupato/invisibile. Il preferito da tutti era lo stato (Non Al Computer) con aggiunta di (CiSonoMaNonCiSonoCiSonoONonCiSono?) che, in fondo, non serviva realmente a comunicare ai contatti la tua assenza, ma più che altro a destare confusione e indurre alla curiosità.
- Il trillo, sua maestà il trillo. Il trillo godeva di un proprio codice linguistico, una lingua chiara e condivisa da tutto il popolo di MSN. Il trillo tattico: “vorrei essere discreto ma non troppo, ti cerco ma non troppo, attiro la tua attenzione ma non troppo”; il trillo doppio: “vorrei che tu mi rispondessi in fretta quindi APRI LA MIA CHAT”; il trillo abusivo: “ti farò vibrare la chat, il monitor del computer e tutta la stanza attorno finché non risponderai”.
- Il trasferimento file. Che per inviare una Jpeg impiegava, forse, il tempo di un caffè, ma per inviare l’ultimo singolo di Tiziano Ferro percorreva l’intero spazio temporale esteso tra i 15 e i 16 anni.
- Le Videochiamate con la web-cam che ti mostrava dell’altra persona i singoli pixel della sua faccia come fosse il risultato di una composizione in Lego. L’audio non c’era, perché il microfono non ce l’aveva mai nessuno.
- I salti di connessione. Di tanto in tanto, MSN si scollegava e da IN LINEA diventavi NON IN LINEA e la cosa, con precisa puntualità, capitava esattamente in quell’istante in cui stavi finalmente chattando con l’obiettivo del tuo messaggio personale (vedi sopra). E prima di riuscire a RI-effettuare l’accesso, trascorreva l’intero spazio temporale esteso tra i 15 e i 16 anni; qualche spintarella al router; qualche spintarella al computer; qualche santo.
- Le battute da perdita di connessione. Trascorso un anno di vita e conquistato nuovamente lo stato IN LINEA, freneticamente si tornava sulla fatidica chat esordendo così: “SCUSA, CADUTA!” (la linea, cioè) e con precisa puntualità scattava la battuta: “TI SEI FATTA MALE?!”.
- I WINDOWS LIVE SPACES. I BLOG. I personalissimi scorci di poetica espressione con scritte in 3D glitterate: TVB; SEIFORTE!; WOOOOW; TIAMO!