Cibo

Fidarsi è bene, mangiare è meglio!

By 26 Ottobre 2016Gennaio 28th, 2018No Comments

“Da Lunedì, dieta!”, una delle affermazioni più sentite dopo “ho fame”, “che c’è per cena?”, “stasera pizza”.

Eppure quel Lunedìeta non arriva mai, o perlomeno ci prova, ma non ce la fa e si perde miseramente tra le fette di pane dello spuntino delle 16. E il bello è che più ci provi a iniziare la dieta, più il tuo stomaco per dispetto si allarga ancora di più.
Poi ci si mette la depressione, quella che ti sale quando salti l’ennesimo Lunedìeta e per sentirti meglio puoi solo mangiarci su e diventi in un attimo l’emblema del controsenso – condito con sciroppo al cioccolato, grazie!

Il cibo è così, subdolo e meschino. E tu sei così, sottomesso e felice. Ma parliamoci chiaramente: non mi fido di quelli che non hanno mai fame. Non mi fido di quelli che dopo un trancio di pizza “ah, come sono pieno”, non mi fido di “no pasta-no pane-no aria-no vita”, non mi fido di “a pranzo insalatina mischiata al niente condita di niente”.
Mi fido soltanto dei miei amici: quelli seduti sulla panchina, fuori la gelateria, col gelato al gusto di tutto in mano, sulla mano, sul braccio, sui jeans, sulle scarpe, dappertutto.
Seppur rimanga comunque scettica nei riguardi di quelli che mangiano il gelato alla frutta, che non si può neppure definire gelato, bensì “tentativodirenderetristeunacosafelice”, loro non sono proprio miei amici-amici.

Per non parlare dei “tattici”, quelli che al bar non prendono mai niente, così al pub, al ristorante, all’aperitivo, nella vita insomma, loro non prendono niente, ma ASSAGGIANO SEMPRE. “Posso assaggiare?”, ti domandano, sorridendo… loro sorridono… e tu, tu muori dentro: “NO CAZZO, SE LO VUOI ASSAGGIARE TE LO PRENDI”, gli direi, poi alla fine glielo fai assaggiare e ti tieni dentro tutto il dolore. Non mi fido manco di loro.

Quest’ultimi assomigliano un po’ a quelli del “Mi fai dare un morso?”, ma non specificano che il morso riduce a 1/3 qualunque cosa tu stia mangiando e niente, sarà troppo tardi e ancora una volta terrai dentro tutto il dolore.
E il dolore richiede del cibo. E tutto torna. Sulla bilancia, ma torna.

Il cibo è un po’ come quell’amico con il quale tutto diventa più bello: film pazzesco in TV? Ci vogliono le patatine, i pop corn, gli orsetti gommosi, la madonna; rimpatriata tra vecchi amici? Per forza pizza, post-pizza, oltre-pizza, ancora-pizza; giornata faticosa? Ci vuole una fetta di torta, due fette di torta, la torta. Praticamente se non mangi qualcosa, godi solo a metà.

La vita non è altro che un pendolo, un pendolo che oscilla tra i momenti in cui mangiamo e i momenti in cui attendiamo di mangiare. Si dice che l’attesa del piacere sia essa stessa il piacere, ma non è vero:

il piacere è la pizza che ho ordinato per cena.

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