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Le scuse più assurde per uscire dalla quarantena: ANCHE MENO!

By 8 Aprile 2020Aprile 30th, 2020No Comments

La quarantena è dura per tutti, per alcuni più che per altri e la ricerca forsennata della scusa perfetta per uscire, inizia ad essere l’attività più praticata.

A oggi, le direttive sono chiare: non uscire, se non per casi di necessità assoluta, spesa, lavoro, salute, assistenza. Un monito piuttosto chiaro, se non fosse per la libera e fantasiosa interpretazione di cui è spesso vittima.

Le più comuni? Vediamo un po’:

 Gli spesa-dipendenti, che fanno capolino al supermercato almeno una volta al giorno per comprare il pane, il latte fresco, le uova di galline allevate a terra che gli schiaccerei in testa.

Gli aspiranti detentori di animali, che si muniscono di bizzarri compagni a quattro zampe fatti di peluche e imbottitura. I più creativi azzardano vere e proprie creazioni degne di Art Attack, arrangiate con un po’ di cartoncino e cccccccolla vinilica.

E poi, fieri, sfoggiano al guinzaglio la prova di una creatività che prima d’ora non s’era mai manifestata. Volete essere creativi? Preparate una pizza, come fanno tutti.

I fanatici della raccolta differenziata, che escono a gettar via i rifiuti mediamente 10 volte al giorno: per l’umido, poi il vetro, tocca alla plastica, è il turno della carta, un sacchetto di indifferenziata, altro umido, una scatoletta di alluminio che “Uh! E che ci fa questa scatoletta qui?”, ancora vetro, ancora carta, una gita all’isola ecologica per smistare il cervello in corto circuito.

– I fumatori incalliti, che vanno dal tabaccaio, chiedono le sigarette sfuse e ne comprano una alla volta: una ora, una tra mezz’ora, una tra un’ora…

Gli sportivi, che non hanno mai praticato alcun tipo di attività vagamente sportiva se non la maratona letto-divano-divano-letto, ed ora sono colti da una voglia irrefrenabile di correre verso l’infinito ed oltre della loro incoerenza.

E poi? Gli auto-certificati improbabili: 

 “Mi è parso di vedere un ufo in lontananza”;

“Sfido le mie difese immunitarie”;

“Cerco una carta che ho gettato per terra nel 1992, sono pentito e vorrei raccoglierla”;

“Porto da mangiare ai randagi”;

“Vorrei ammirare il tramonto”;

“Devo mettere la benzina alla mia bicicletta”;

“Ho sentito un rumore in strada, mi sento in dovere di controllare”;

“Cos’è il Covid-19?”;

 “Una voce interiore mi ha ordinato di uscire”;

 “Sto andando in quaratena nella casa al mare, ma non vado al mare, tranquilli”;

 “Aaaaaah! Io avevo capito che era finito l’isolamento!”;

 “Chi sono? Dove sono? Cosa ci faccio per strada?”.

E voi? Siete ricercatori di scuse?

NO? Bene, continuate così.

SI? Smettetela, vi schiaccio le uova in testa.

#RESTATEACASA #VISCHIACCIOLEUOVAINTESTA

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