L’ansia, probabilmente nata insieme al primo singolo di Tiziano Ferro, è quel sentimento che noi ansiosi mettiamo al posto dell’anima in tutto quello che facciamo.
Siamo fatti così, della stessa sostanza dell’ansia e passiamo il tempo così, ad aspettare con ansia che l’ansia passi.
Quelli dell’ansia ne sono parecchi e si possono facilmente trovare fuori al cinema 60 minuti prima dell’inizio del film, fuori scuola prima che suoni la campanella, tra le collezioni primavera/estate durante la collezione autunno/inverno o tra le collezioni autunno/inverno durante la collezione primavera/estate, a tavola per pranzo alle 11.30 e a tavola per cena alle 18.30. Ovviamente sono sempre i primi della fila.
Quelli dell’ansia li riconosci subito, camminano frenetici e di solito si guardano attorno agitati perché se non sta succedendo niente sono lo stesso già in ansia per qualcosa che potrebbe succedere da un momento all’altro.
Quando trascorrono un momento tranquillo improvvisamente si ricordano dell’ansia e in un attimo “perché sono calmo?” “qualcosa non va ma cosa?” “che mi metto stasera?” “e se resto povero per sempre?” “…se poi mi viene fame?”.
Quelli dell’ansia: “domattina sveglia presto voglio rivoluzionare il mondo”
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La prova costume mette ansia, il freddo mette ansia, Natale mette ansia, l’uscita di una nuova serie tv mette ansia, l’apertura del buffet mette ansia, “ti devo parlare” mette ansia, la Nutella che sta finendo mette ansia, “sta scrivendo…” mette ansia, il gelato che si scioglie mette ansia, la batteria al 19% mette ansia, il Lunedì mette ansia, ma anche il Sabato e la Domenica mettono ansia perché sta per arrivare il Lunedì e quindi ansia.
L’ansia è ovunque: non si crea, non si distrugge… l’ansia si trasforma e ti raggiunge la notte insieme alle cento pecore, al bue e all’asinello, ai Re Magi, ai fantasmi del Natale passato presente e futuro e alle Spice Girls.
